Approvato in prima lettura al Senato, il Disegno di Legge sull’Intelligenza artificiale – Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale

E’ stato approvato in prima lettura presso il Senato, il Disegno di legge sull’intelligenza artificiale – Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale. Questo provvedimento, in linea con l’AI Act europeo, mira a stabilire un quadro normativo che garantisca sicurezza e trasparenza nell’uso dell’intelligenza artificiale, capace di supportare e potenziare le competenze umane senza mai sostituirle.

 In tema di lavoro autonomo professionale sono previste alcune importanti disposizioni.

Viene stabilito che l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale nelle professioni intellettuali è finalizzato al solo esercizio delle attività strumentali e di supporto all’attività professionale,  con prevalenza del lavoro intellettuale oggetto della prestazione d’opera. Viene disposto anche che, nel rispetto del rapporto fiduciario che intercorre tra professionista e cliente, l’uso di sistemi di intelligenza artificiale debba essere comunicato in modo chiaro ai clienti, fornendo loro un’informativa trasparente sull’impiego di tali tecnologie.

Il provvedimento prevede anche il riconoscimento  di un equo compenso modulabile sulla base dei rischi e delle responsabilità connessi all’uso dell’intelligenza artificiale da parte del professionista. 

Inoltre, attraverso alcune modifiche introdotte  durante il corso dell’esame del disegno di legge presso il Senato, è stato disposto che, nell’attuazione della delega, il Governo dovrà garantire che ordini professionali, le associazioni di categoria maggiormente rappresentative nonché le forme aggregative delle associazioni di cui all’articolo 3 della legge n. 4/ 2013  possano promuovere percorsi di alfabetizzazione e formazione sull’uso dei sistemi di intelligenza artificiale per i professionisti e per gli operatori dello specifico settore. 

Modifiche, quelle introdotte, in linea con quanto richiesto da Confcommercio professioni ”Avevamo avanzato queste istanze – dichiara la Presidente Fioroni – nel corso del nostro evento, organizzato lo scorso 7 novembre, incentrato sulle implicazioni dell’Intelligenza Artificiale per i lavoratori autonomi. In un mondo del lavoro in continua evoluzione, è essenziale garantire strumenti adeguati per affrontare le sfide che l’IA porta con sé. La formazione rappresenta un elemento chiave per consentire ai professionisti di adattarsi ai cambiamenti in atto, cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e governandone i rischi con consapevolezza e competenza. E’ bene, quindi che anche tutte le professioni associative della legge 4/2013 siano state coinvolte nei percorsi di formazione riconoscendo un ruolo alle forme aggregative di rappresentanza.” 

Tuttavia, all’interno del provvedimento, approvato in prima lettura, permangono alcune criticità, già sollevate sia in occasione dell’evento nazionale: “Intelligenza artificiale e professionisti, alleati o nemici?”  e sia in occasione della presentazione del Manifesto dei professionisti di Confcommercio Professioni presentato lo scorso febbraio, in occasione della settimana dedicata alle materie STEM.

Nello specifico:

  1. per ciò che concerne l’autonomia professionale nella comunicazione sull’uso dell’IA, si ritiene che il professionista  debba poter decidere autonomamente di comunicare ai propri clienti come utilizza l’intelligenza artificiale, non per vincolo di legge ma come scelta volta ad aumentare la sua credibilità professionale e non essere vincolato, come espresso nel disegno di legge recentemente approvato,  a comunicare sempre l’utilizzo dell’IA al cliente;
  2. la previsione di un equo compenso modulabile in base alla responsabilità e ai rischi legati all’uso dell’intelligenza artificiale appare superflua, poiché si sovrapporrebbe alla normativa già esistente sull’equo compenso già applicabile alle professioni associative e per cui si attendono i parametri del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT).
  3. la necessità di una definizione chiara ed esaustiva di quali siano le attività strumentali e di supporto all’attività professionale, in quanto la mancata definizione rischia di essere foriera di incertezza, lasciando ampio spazio ai decreti legislativi delegati o, in mancanza di questi, all’interpretazione caso per caso.
  4. Infine, il concetto di prevalenza dell’attività intellettuale richiede chiarimenti per evitare ambiguità interpretative che potrebbero compromettere l’applicazione pratica della normativa.


In conclusione, questo disegno di legge rappresenta un importante passo avanti nella regolamentazione dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per i professionisti. Tuttavia, è fondamentale che innovazione e sviluppo tecnologico siano accompagnati da regole chiare e trasparenti, garantendo che l’IA non pregiudichi il giudizio e l’autonomia del professionista, ma ne potenzi l’efficienza. Solo così questa rivoluzione tecnologica potrà tradursi in un’opportunità inclusiva e sostenibile.

Restiamo ora in attesa dell’approvazione definitiva da parte del Parlamento, auspicando che il testo finale del provvedimento confermi  o finanche rafforzi le misure legate al mondo del lavoro autonomo professionale.

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