Durante la sessione pomeridiana del Convegno di Confcommercio Professioni dello scorso 17 novembre, si è svolta una tavola rotonda sul tema “La previdenza complementare per i professionisti: una risposta concreta ai bisogni di Welfare“.
Hanno partecipato Maurizio Grifoni, Presidente Fondo Fon.Te., Marco Abatecola, Responsabile Settore Welfare Pubblico e Privato di Confcommercio, Massimo Scolari Presidente Asconfind (Associazione per la Consulenza Finanziaria Indipendente) e Francesco Verbaro, Senior advisor AdEPP, Associazione degli Enti Previdenziali Privati.
Maurizio Grifoni
Il presidente del fondo pensione Fon.Te ha illustrato i numeri importanti del fondo con 250.000 iscritti. “Tutto il mondo della previdenza complementare ha un patrimonio di mille miliardi e se si prendesse solo il 10% di questo ammontare per investire nelle realtà professionali e imprenditoriali sarebbe importante. Dobbiamo diventare anche noi interlocutori del mondo della politica, dell’economia e della finanza“.
Marco Abatecola
“Abbiamo messo a disposizione del mondo delle professioni uno strumento che è figlio del contratto. Un’operazione innovativa che prende un pezzo del nostro contratto e lo apre a chi non ne fa parte. E’ difficile comunicare l’importanza di iscriversi ad un fondo pensione che non sia bancario o assicurativo soprattutto ai lavoratori autonomi. E’ l’unico strumento di pensione di sistema che esiste in Italia, copriamo tutto il terziario di mercato. Il fondo pensione è una forma d’investimento per la crescita dell’economia reale”.
Massimo Scolari
“Un aspetto fondamentale per la scelta del fondo pensione sono i costi. Si parla di investimenti a lungo termine e quindi le tassazioni anche se con scostamenti minimali in un percorso ventennale o magari trentennale hanno il loro peso. Nel mondo dei fondi pensione ci sono delle differenze molto forti”.
Francesco Verbaro
“Negli ultimi 15 anni si è scoperto che i professionisti anche quelli ordinistici non sono soggetti garantiti con una spiccata volatilità in termini di reddito e costi. Ci sono fragilità di cui dobbiamo occuparci: il rapporto occupazionale sbilanciato tra Nord-Sud e la difficoltà delle donne nel mondo del lavoro”.
(Tratto da www.confcommercio.it.)